La frase del mese...

“Ma i moralisti han chiuso i bar e le morali han chiuso i vostri cuori e spento i vostri ardori: è bello ritornar "normalità", è facile tornare con le tante stanche pecore bianche! Scusate, non mi lego a questa schiera: morrò pecora nera!” (Francesco Guccini)

sabato 24 novembre 2012

L'ultima volta - Francesco Guccini


Dopo averla ascoltata mi son detto: "Sono fortunato". Deve essere considerata, infatti, una grande fortuna la contemporaneità con Francesco Guccini, un omone di Pavana che ha disegnato con ognuna delle sue poesie attimi più o meno duraturi della mia vita. Mi sono accostato alle sue liriche un decennio fa quando però ero capace di cogliere esclusivamente il suo grido d'anarchico, nel tempo, ho invece, pian piano, scoperto la sua capacità di fotografare, senza inutili refrains, ogni momento degno di nota di una vita vissuta secondo mille sfaccettature. "L'ultima volta" è un testo alquanto melanconico, con un finale ancor più struggente: non voglio pensare che per Francesco Guccini sia l'ultima volta, non voglio credere che un profeta del genere possa chiudere con la musica senza lasciare all'umanità altri capolavori capaci di segnare, nelle due direzioni di percorso, il cammino di vecchi e giovani...


Quando è stata quell’ultima volta
che ti han preso quei sandali nuovi
al mercato coi calzoni corti
e speranza d’estate alla porta

ed un sogno che più non ritrovi
e quei sandali duravan tre mesi
poi distrutti in rincorse e cammino
quando è stata quell’ultima volta
che han calzato il tuo piede bambino
lungo i valichi dell’Appennino

Quando è stata quell’ultima volta
che ti ho vista e poi forse baciata
dimmi adesso ragazza d’allora
quando e dove te ne sei andata
perchè e quando ti ho dimenticata

Ti sembrava durasse per sempre
quell’amore assoluto e violento
quando è stato che finito il niente
perchè è stato che tutto si è spento
non ha visto nemmeno settembre

Quando è stata quell’ultima volta
che hai sentito tua madre cantare
quando in casa leggendo il giornale
hai veduto tuo padre fumare
mentre tu ritornavi a studiare
in quei giorni ormai troppo lontani
era tutto presente e il futuro
un qualcosa lasciato al domani
un’attesa di sogno e di oscuro
un qualcosa di incerto e insicuro

Sarà quando quell’ultima volta
che la vedi e la senti parlare
quando il giorno dell’ultima volta
che vedrai il sole nell’albeggiare
e la pioggia ed il vento soffiare
ed il ritmo del tuo respirare
che pian piano si ferma e scompare

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